Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Spoleto hanno dato esecuzione a un’ordinanza con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Spoleto, nei confronti di un uomo – classe 1973 –giudicato responsabile per il reato di maltrattamenti.

Nonostante un provvedimento di ammonimento emesso dal Questore lo scorso gennaio e un recente provvedimento di allontanamento dalla casa familiare, l’uomo non ha desistito dal tenere una condotta intimidatoria.

Il 49enne, infatti, secondo quanto riferito dalla moglie in sede di denuncia, da tempo teneva dei comportamenti violenti nei suoi confronti, con ingiurie, minacce e percosse.

Nell’ultimo episodio, avvenuto qualche giorno fa, la donna era stata insultata e minacciata dall’uomo che, in preda a un raptus, aveva dapprima forato gli pneumatici dell’auto con un cacciavite e successivamente aveva cosparso di benzina l’appartamento minacciando di dargli fuoco.

La donna, terrorizzata, si era rifugiata nell’appartamento della suocera insieme al figlio. Il 49enne, a quel punto, l’aveva raggiunta e violentemente percossa con calci e pugni. Solo l’intervento del figlio era riuscito a fermarlo e a farlo allontanare.

Successivamente, all’arrivo dei sanitari del 118, l’uomo era ritornato in casa e aveva raccontato che la donna era caduta dalle scale. Il personale medico, insospettito dal racconto, aveva subito chiamato la Polizia di Stato che, sentite le parti e i testimoni, ha accompagnato l’uomo in Commissariato per gli accertamenti di rito.

In ragione della gravità degli episodi, terminate le indagini della Polizia di Stato e ricostruita compiutamente la vicenda, la Procura della Repubblica di Spoleto ha contestato all’uomo il reato di maltrattamenti in famiglia, facendo richiesta di applicazione di una misura cautelare a suo carico.

Il G.I.P. presso il Tribunale di Spoleto, valutata la gravità dei fatti e il pericolo di reiterazione, ha emesso un’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere.

Una volta emesso il provvedimento, gli agenti hanno provveduto a rintracciare l’indagato e ad eseguire la suddetta misura cautelare.

Si rappresenta che l’indagato è da considerarsi innocente fino a sentenza definitiva di condanna.