È stata celebrata giovedì 16 giugno a Terni la festività del Corpus Domini, con la messa solenne nella Cattedrale di Terni e la processione eucaristica con il Santissimo Sacramento all’interno dei giardini pubblici della Passeggiata. La celebrazione, presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, è stata concelebrata dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, dal parroco della Cattedrale don Alessandro Rossini e da numerosi sacerdoti della diocesi. La liturgia è stata animata dal coro della Diocesi diretto da don Sergio Rossini.

La solennità del Corpus Domini è un momento importante a fine anno pastorale, in cui al centro della celebrazione è l’Eucaristia, fonte e culmine della vita della chiesa, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà della diocesi, nella corale preghiera per i deboli, i poveri, per chiunque ha bisogno di amore e di consolazione, vicino o lontano, è il segno tangibile di una condivisione e partecipazione alla vita cittadina e ai suoi problemi.

«La Chiesa diocesana radunata attorno all’Eucarestia, è l’impegno rinnovato a spezzare il pane, l’amore, l’esperienza sociale – ha ricordato il vescovo nell’omelia -. Preghiamo il Signore che allontani da noi la tendenza, spesso frequente anche nelle nostre comunità, di congedare le persone. Di lasciare cioè che ognuno si possa arrangiare come vuole e come può.

 

Dal Vangelo di oggi apprendiamo piuttosto che chi segue il Signore, ossia chi fa parte della comunità dei figli di Dio, non può mai essere congedato, non può esser tenuto ai margini, né tantomeno lasciato andare alla deriva. Il Mistero dell’Eucaristia, ossia la sua ineffabile ricchezza in quanto dono, ha il suo significato anche in chiave sociale di solidarietà. Il Signore ci illumina sul fatto che ogni tipo di contabilità, nella misura in cui passa attraverso la condivisione, ha in sé la capacità di generare il miracolo della moltiplicazione; e questo anche a fronte di quanto accaduto e continuamente succedere nella nostra società opulenta e molto spesso egoista, dove ogni genere di moltiplicazione iniqua non fa altro che generare disparità, diseguaglianze e quindi il continuo proliferare della povertà. Il Signore ripete anche a noi oggi quanto allora detto ai suoi apostoli: “voi stessi date loro da mangiare”. Questo indirizzo del Signore, tradotto nella pratica, significa e veicola un’azione continuata, riassumibile col sostantivo compartecipazione. Da questo possiamo comprendere che non sarà strettamente necessario andare a comprare qualcosa, non sarà neanche necessario spendere del tempo per andare a cercare chissà che cosa. Sarà piuttosto necessario mettere a disposizione qualcosa, anzi mettersi a disposizione in prima persona. E conseguentemente ricondurre tutto al Signore, affinché dalle sue mani, quanto dato dalle nostre mani, possa ritornare arricchito, sufficiente per tutti, sovrabbondante ed anche rimanente. Nella piena consapevolezza però che quanto noi possiamo mettere a disposizione, prima ancora d’esser una nostra proprietà è invece dono di Dio».

L’invito del vescovo è stato per una condivisione del dono eucaristico che edifichi come persone e come comunità, alimenti e dia la forza nel cammino della vita: «ti invochiamo affinché possiamo sempre e di più prendere consapevolezza che qualsiasi cosa noi possiamo avere in animo di attuare, questa non può essere disgiunta dalla fonte che sei tu. Ci edifichi dunque come pietre vive, ossia consapevoli e attivi, affinché siamo collaboratori corresponsabili nella costruzione del tuo corpo vivo. E alimentandoci di te abbiamo la forza e la capacità di accogliere, valutare e comprendere ogni parola del Vangelo, affinché possa essere, e col nostro apporto ridiventare, parola di Dio incarnata nel tempo. E nel tempo, in questo nostro tempo – sia pur con tutte le contraddizioni che porta con sé – gustare la vita eterna che hai promesso ai tuoi discepoli. La forza del cammino nell’itinerario della vita; nel cammino della storia e in quello che come popolo di Dio, di Chiesa – sotto la guida di coloro che tu stesso hai posto come servitori e guide – intendiamo percorrere insieme come unico popolo, sia pur con le diversità di ciascuno in quanto essere unico e irripetibile, ma con il comune progetto di salvezza verso la meta da raggiungere nella compiutezza del tuo Regno».

E’ seguita la processione eucaristica che, in un lungo corteo di sacerdoti, Confraternite delle varie zone della diocesi con i loro stendardi, i cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il coro della diocesi e rappresentanti delle parrocchie e delle associazioni e tantissimi fedeli, si è snodata lungo il viale dei giardini pubblici della Passeggiata di Terni e lungo via del Vescovado, rientrando poi in Cattedrale dove c’è stata la preghiera del presidente di Azione Cattolica Luca Diotallevi, l’adorazione eucaristica e la benedizione solenne con il Santissimo Sacramento.