Tre giornate dedicate alla progettazione sociale del territorio narnese-amerino tra analisi, tavoli di co-progettazione e valutazione delle competenze acquisite sul tema dei danni che la pandemia ha causato alle persone vulnerate e alle loro famiglie.

Eventi che, nella sede dell’associazione Minerva a Narni Scalo, si svolgono grazie ad un’azione di mappatura e rilevazione ad opera di un’equipe territoriale formata da volontari, educatori e docenti dell’università di Narni, nata da una sinergia tra due importanti associazioni di questi territori: la Banca del Tempo di Narni e l’associazione di volontariato S.o.s. di Amelia.

L’iniziativa di rilevazione del disagio causato dal Covid-19, fa parte del progetto Self care community, di cui è capofila Avi Umbria, che si svolge in sei zone sociali ed è finanziato dalla Regione Umbria con risorse statali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Iniziata alla fine del 2021, la mappatura ha coinvolto 140 famiglie di persone vulnerate e una trentina di associazioni della zona sociale.

Il primo incontro lunedì 13 giugno, a partire dalle 10, con la presentazione del progetto e dell’equipe territoriale a cura di Andrea Tonucci di Avi Umbri, della coordinatrice del Cesvol Silvia Camillucci, rappresentante dell’associazione S.o.s., Nadia Paparelli della Banca del tempo di Narni, Marco Marongiu, coordinatore territoriale e Sabina Curti, docente di sociologia dell’università di Perugia.

A seguire la restituzione della storia della Banca del tempo come presupposto per riprogettarne il futuro e il laboratorio di co-progettazione.

“Gli eventi, in programma anche il 20 e 27 giugno – spiegano gli organizzatori – hanno la finalità di proporre tavoli di confronto, ricerca di soluzioni e risorse utili a sostenere le politiche sociali del comprensorio amerino-narnese prendendo spunto dal meccanismo di scambio delle banche del tempo come base per impostare una rete tra i piccoli comuni e le competenze formali, informali e non formali di cittadini, associazioni e servizi”.