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RIFIUTI, MS5-PD: “ESPLODE IL BLUFF TESEI SULL’INCENERITORE”

Posted By Redazione Galileo On 6 giugno 2022 @ 18:53 In Cronaca

“Il grande bluff della giunta Tesei esplode proprio mentre sta per essere varato il nuovo piano rifiuti”: lo affermano in una nota congiunta i consiglieri regionali Thomas De Luca (Movimento 5 stelle) e Fabio Paparelli (Partito democratico”.

“Un inceneritore in Umbria – osservano – è illogico. Un impianto dimensionato su 130 mila tonnellate non solo è al di sotto della soglia minima di sostenibilità economica, ma è incongruente con i numeri scritti nel nuovo piano dei rifiuti in via di adozione. Lo Scenario A ‘Incenerimento con recupero energetico diretto’, infatti, si basa su una proiezione di riduzione della produzione totale di rifiuti del -5% nel periodo 2020-2030. Nel decennio precedente 2010-2020 la riduzione è stata del 20% e il conferimento in discarica, grazie alla raccolta differenziata, è sceso del 30%. Una proiezione, quindi, ridicola che non tiene conto della Direttiva Ue 2019/904 sulla plastica monouso e gli obiettivi di recupero di materia del 65% contenuti nel Pacchetto economia circolare del Green Deal, misure che ridurranno drasticamente i rifiuti e che farebbero fallire l’impianto nel giro di pochi anni con conseguenze incalcolabili sui conti pubblici. Non solo: dati del piano alla mano la vita residua delle discariche umbre, dopo l’ampliamento e al momento dell’entrata in funzione dell’inceneritore, sarebbe di 2 anni e mezzo”.

“Sono sempre più insistenti – aggiungono De Luca e Paparelli – le indiscrezioni riguardo interlocuzioni volte alla realizzazione di un impianto interregionale da 400.000 tonnellate, quindi oltre tre volte più grande di quello ipotizzato a gennaio. Nei giorni scorsi la stampa ha riportato l’interesse del colosso lombardo A2A, azienda quotata in borsa che detiene il 27% della storica azienda umbra di ceramiche Tagina. Interesse manifestato in incontri, mai smentiti, con l’assessore regionale e vicepresidente della giunta, Roberto Morroni, che vedrebbe la società in procinto di chiedere l’autorizzazione per un inceneritore da collocare in area appenninica e volto a servire tutto il centro Italia. Senza entrare nel merito dell’impatto ambientale e climatico di un simile impianto – che l’Ue ha bocciato per l’ennesima volta lo scorso 22 maggio includendo gli stessi inceneritori tra gli impianti obbligati a partecipare al mercato Ets (Emissione Trading Sistem) – si sta varando una exit strategy che trasformerebbe l’Umbria nel camino unico del centro Italia. Lo stesso Francesco Di Maria, professore di ingegneria all’Università di Perugia e membro del Cts che affianca Morroni nella predisposizione del piano di gestione rifiuti, in un’intervista rilasciata al magazine economiacircolare.com il 26 ottobre 2021 ha affermato – prosegue la nota – che ‘la dimensione economicamente sostenibile per nuovi impianti di incenerimento è una capacità di circa 400 mila tonnellate/anno’. Praticamente la stessa quantità prevista nell’inceneritore di Roma”.

“Il sindaco di Gualdo Tadino – continuano De Luca e Paparelli – improvvidamente, si è detto pronto a discutere ‘senza alcun approccio ideologico’ questa possibilità, mentre il silente Presidente dell’Auri e sindaco di Todi Ruggiano appare il braccio armato della giunta regionale. Ci auguriamo da una parte che tale disponibilità alla discussione non sia una prerogativa concessa esclusivamente alla destra e dall’altra che si abbia il coraggio di uscire allo scoperto per favorire una seria discussione sui costi e benefici di un’operazione che riporta le lancette indietro di 30 anni. Si prenda esempio dal buon governo del centrosinistra in comuni come Narni, dove negli ultimi anni si è superato il 75% di raccolta differenziata, così da poter comprendere come trasformare anche altri comuni in esempi virtuosi”.

“Senza andare a scomodare il modello trevigiano – aggiungono – ricordiamo che la vicina Toscana – amministrata da sempre dalla sinistra – ha fatto una scelta precisa sul nuovo inceneritore di Firenze. Andando oltre al ‘partito del no’ ha avviato investimenti impiantistici a tappeto sul massimo recupero di materia. Ha deciso di voltare pagina dismettendo gli inceneritori esistenti: un tempo sul territorio toscano erano 11, scesi a 7 nel 2013 e oggi precipitati a 4 con un paio (Livorno e Montale) di prossima chiusura. Oltre all’impatto emissivo dell’impianto stesso, invitiamo il sindaco di Gualdo Tadino a riflettere sugli effetti del transito di almeno 20 mila mezzi pesanti ogni anno: equivale a dire 90 tir al giorno contando solo quelli lavorativi, 15 transiti ogni ora considerando l’orario di ingresso/uscita su 12 ore, praticamente uno ogni quattro minuti. Come può tutto questo essere compatibile con il principio Dnsh “Do No Significant Harm” che è il paradigma centrale di ogni politica europea? Condividendo il principio secondo cui le discariche sono il male assoluto, com’è possibile – chiedono i due consiglieri – sostenere un impianto di incenerimento che manderebbe in discarica 30.000 tonnellate, esattamente il doppio dei rifiuti di un sistema incentrato sul massimo recupero di materia?”.


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