“Serve dare 300-400 euro in più al mese ai lavoratori e per questo occorre ridurre subito il cuneo fiscale”: lo afferma il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, nel video Tv “Il Punto del presidente”, nel quale afftonta i temi delle dimissioni record dal lavoro, delle imprese che non trovano personale, del carovita.

“Uno dei temi più preoccupanti che si sono manifestati in Umbria negli ultimi tempi – esordisce Mencaroni – è sicuramente quello delle dimissioni volontarie di molti lavoratori, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. È un numero talmente elevato che pone l’Umbria come una delle prime regioni sul piano nazionale. Alcuni hanno sostenuto che potrebbe essere anche a causa del reddito di cittadinanza. Ma io credo che il reddito di cittadinanza possa essere, diciamo imputato, per coloro che erano inoccupati. E poi c’è l’altro fatto negativo – continua – per cui c’è chi, oltre a ricevere il reddito di cittadinanza, percepisce denaro lavorando in nero”.

Quanto al fenomeno delle dimissioni volontarie, afferma Mencaroni, “il settore che ne ha risentito meno è quello dell’industria, mentre ne hanno risentito maggiormente settori come i servizi e l’agricoltura. Su questi temi c’è da porre grande attenzione. Capire perché abbandonano il posto di lavoro, se per la bassa retribuzione o anche per altri motivi, e quindi vanno trovate nella nostra regione quelle condizioni che garantiscano stipendi migliori. Oppure ciò è dovuto agli effetti della pandemia, che ha portato a un’impostazione della vita sicuramente diversa”.

Il presidente evidenzia che “ora le imprese, comunque, si trovano in gravissima difficoltà. E se certamente questo non giustifica i ricorso al lavoro nero”, tuttavia “riesco a comprendere le difficoltà quando un’impresa non riesce più ad espletare i propri servizi a causa di mancanza di personale e l’imprenditore non sa più dove sbattere la testa”. E c’è un altro tema.

“L’Umbria è tra le prime regioni d’Italia in quanto a laureati disoccupati. Uno spreco di spreco, di intelligenze, di competenze, di valore economico, che la regione paga caro. Una situazione inaccettabile”.