Stipendi bassi e fermi da anni, rischi per la propria incolumità e (in particolare durante la pandemia) per la salute personale, aggressioni subite, situazioni di pericolo: le lavoratrici e i lavoratori della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza (circa 1.500 addetti in Umbria) denunciano “livelli di insostenibilità senza precedenti”.

Da oltre sei anni e mezzo senza il rinnovo del contratto nazionale, scaduto, le guardie giurate, insieme ai loro sindacali, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno deciso lo sciopero. Lo faranno il prossimo 2 maggio, e anche l’Umbria parteciperà alla protesta e alla manifestazione nazionale organizzata a Roma.

E’ quanto è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa tenuta nella Camera del lavoro di Perugia dai tre sindacati di categoria. “Denunciamo con forza la situazione drammatica in cui versa il settore e lo stato di sofferenza e di profondo disagio dei lavoratori e delle lavoratrici da oltre sei anni senza un aumento salariale, con stipendi insufficienti, di fronte alla costante violazione delle norme di legge e dei contratti anche in tema di salute e sicurezza e alla cronica carenza di tutele adeguate rispetto all’evoluzione del settore”, hanno detto Vasco Cajarelli (Filcams Cgil), Simona Gola (Fisascat Cisl) e Nicola Cassieri (Uiltucs Uil).

I sindacati – riferisce la Cgil – si sono già rivolti al prefetto di Perugia, e hanno ottenuto l’impegno alla creazione di un osservatorio sul settore, con un tavolo permanente per evitarne la dequalificazione. Ma i sindacati denunciano il colpevole “silenzio” delle Istituzioni, a partire dai ministeri dell’Interno e del Lavoro che, “irresponsabilmente”, secondo i sindacati, non esercitano la funzione di controllo e intervento loro assegnata dalla legge.