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Non solo in estate, ma anche nel periodo invernale e primaverile, le condizioni ambientali e climatiche possono favorire lo sviluppo di eventi incendiari, a causa degli effetti del freddo sulla vegetazione che viene, di fatto, seccata dal gelo. È quanto avvenuto nella provincia di Rieti dove, dall’inizio dell’anno, si sono verificati numerosi incendi boschivi, in diversi comuni, per un’area complessiva percorsa dal fuoco di circa 20 ettari.

Sebbene talvolta si tratti di incendi dolosi, prodotti dalla deliberata e folle volontà di appiccare il fuoco, il più delle volte si assiste a reati di natura colposa, causati cioè da condotte imprudenti, come l’abbrucciamento di residui vegetali in periodi e condizioni in cui tale pratica non è consentita. Spesso la superficialità con cui vengono posti in essere simili incauti comportamenti porta a doverne rispondere di fronte alla legge. L’incendio boschivo è infatti considerato dal nostro ordinamento un reato molto serio, per i danni che esso procura all’ambiente, e prevede pene molto severe (la reclusione da quattro a dieci anni, in caso di dolo, e sino a cinque anni, in caso di colpa).

Per tale motivo, non si arresta l’impegno dei Carabinieri del Gruppo Forestale di Rieti nel contrasto al fenomeno. Non si arresta neppure l’attività di monitoraggio svolta sul territorio dalle Stazioni Carabinieri Forestale e delle pattuglie di intervento 1515, dove è impiegato personale qualificato esperto nella repertazione e applicazione di metodologie specifiche di analisi della scena del crimine che permettono di ricostruire, attraverso una successione di azioni ben delineate, l’evoluzione di un incendio boschivo, identificandone il punto di insorgenza e, dunque, la causa scatenante.

Massima dovrà dunque essere ancora l’allerta e l’attenzione della cittadinanza nell’assicurare l’adozione di buone pratiche nella gestione dei terreni agricoli e non solo.