L’ordinanza anti-prostituzione firmata dal sindaco di Terni Leonardo Latini “non aiuta, non risolve, non segna un passaggio e uno scatto in avanti ma colpevolizza a prescindere le donne, il loro modo di vestire addirittura e più in generale il modo di vivere di ognuno”: a dirlo, intervenendo via Facebook sulle polemiche sollevate dal provvedimento, è il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti. Che, in lungo post, chiede “generosamente” al suo omologo di fare un passo “indietro”, sui “diversi contenuti di quella ordinanza”, aggiungendo che non sarebbe “segno di debolezza ma di grande forza”.

“Ti chiedo di farlo – scrive De Rebotti a Latini – anche in questa occasione riconoscendoti la sensibilità e l’intelligenza utile a capire questo semplice concetto, questo chiaro equilibrio da mantenere nel non generalizzare e nel non dare un’immagine fuorviante della nostra comunità e dell’universo femminile”.

De Rebotti, in “assoluta autonomia”, chiede quindi al sindaco di Terni di “lavorare insieme ad un progetto che aiuti realmente le donne vittime della prostituzione”, con il supporto “del mondo associativo, delle istituzioni, delle forze dell’ordine” e dei servizi comunali, “realizzando progetti concreti di sottrazione a quel destino di tante giovani donne e percorsi di inclusione, crescita, affermazione”. “Accanto – continua – alla lotta del sistema che le rende vittima, a chi ci specula, vera origine del problema. Un progetto, un’azione di territorio e partecipata, prassi indubbiamente utile in ogni ambito”.

 

Questa, invece, la nota di Pierluigi Spinelli segretario Unione Comunale PD Terni

Al di là del merito dell’Ordinanza oggetto del dibattito di questi giorni, che è sicuramente mal scritta, superficiale e ipocrita e ambigua, ciò che è finito davvero nel tritacarne mediatico è la città.

Si tratta dell’ennesimo episodio per cui la città di Terni assurge negativamente alla cronaca nazionale, grazie a chi ne è alla guida ormai da tre anni.

Terni sta affrontando una grossa crisi sociale e lavorativa, si pensi a tutte le vertenze ancora aperte. Mentre il Partito Democratico di Terni da mesi si adopera a tutti i livelli attraverso iniziative e azioni, coinvolgendo ogni livello di governo fino a quello europeo, sulla questione della salvaguardia di Ast e della siderurgia, si rileva che il Sindaco, ancora tuttora muto sui temi importanti, decide, con una mossa più che bislacca, di andare a Pomeriggio 5 da Barbara D’Urso a farsi mettere alla berlina, elevando a livello nazionale la propria insipienza e mettendo alla gogna una città accogliente, fatta di lavoratori, di imprese, di associazioni, di giovani che cercano di guardare con fiducia al futuro.

Un comportamento comprensibile solo relativamente al fatto che questa classe dirigente non conosce la città in cui opera, e ogni giorno non perde occasione per dimostrarlo.

Questa amministrazione deve andare a casa, ma non perché copia male brutte ordinanze, ma perché non rappresenta la sensibilità della città e di chi la abita, non la comprende e non è in grado di dare risposte serie ai problemi seri.