Ha ricostruito il suo rapporto con Katalina Erzsebet Bradacs, ungherese di 44 anni fermata per avere ucciso a Città della Pieve il figlio Alex, di due anni, il marito della donna sentito oggi per circa due ore, come persona informata dei fatti, dal sostituto procuratore di Perugia Manuela Comodi che coordina l’indagine.

L’uomo, assistito dall’avvocato Massimiliano Scaringella, è stato assistito da due interpreti. Al magistrato ha riferito di avere avuto con Bradacs una breve convivenza. Dopo la separazione il figlio era stato affidato alla madre ma poi i giudici ungheresi avevano rivisto la decisione disponendo che se ne occupasse il papà. Questi, attraverso l’avvocato Scaringella ha quindi prodotto agli inquirenti il provvedimento originale del tribunale distrettuale di Budapest. Il legale ha anche formalizzato la costituzione nel procedimento del suo assistito come persona offesa.

Il marito della presunta omicida ha spiegato che quando si era recato a prendere il bambino non aveva trovato né lui né la madre che, non è ancora chiaro come, aveva poi raggiunto l’Italia. Trovando ospitalità da un amico della donna, a Chiusi, il giorno prima dell’omicidio. A suo avviso Bradacs avrebbe avuto nel suo Paese un colore e una lunghezza diversa dei capelli rispetto a ora. Come emergerebbe anche da un filmato in suo possesso. “E’ stato ricostruito l’antefatto del delitto, un doveroso approfondimento” ha detto all’ANSA al termine della deposizione l’avvocato Scaringella. La Procura di Perugia ha intanto dato il nulla osta per la restituzione della salma del bambino alla famiglia. Il padre organizzerà quindi ora il suo rientro in Ungheria per la sepoltura. Prosegue intanto l’indagine per ricostruire i dettagli dell’omicidio. Indicazioni sono attese tra l’altro dai telefoni cellulari della donna, ora all’esame dei carabinieri del Ris.