Da circa 4 mesi l’Arci ha lanciato una campagna politico culturale a sostegno della causa palestinese, con l’intenzione di valorizzare in una cornice comune la grande mole di attività culturali e di solidarietà con il popolo palestinese: Con altri occhi. Visioni, parole e suoni per una pace giusta è una campagna che ad oggi conta centinaia di iniziative su tutto il territorio nazionale tra presentazioni di libri, dibattiti ed eventi musicali.

L’obiettivo è quello di raccontare la Palestina aldilà degli stereotipi alimentati dalla comunicazione dei media europei e occidentali, facendo emergere in primo luogo la sua grande cultura. Ed è proprio con gli occhi della cultura che vogliamo discutere, informare e confrontarci per avere spunti interpretativi, raccontare l’occupazione con lo sguardo di chi la subisce, aiutare a capire le conseguenze della situazione ed i suoi concreti effetti sulla società palestinese, su quella israeliana e sull’intero Medio Oriente.

Per questo Arci, insieme al festival di promozione del libro illustrato Librimmaginari – un progetto di Arci Viterbo curato da Marcella Brancaforte e Marco Trulli – ha coinvolto 17 illustratori e illustratrici da Italia, Tunisia, Libano, Algeria e Malesia per focalizzare alcuni nodi simbolici e rappresentativi della cultura del popolo palestinese.

Gli artisti coinvolti sono: Lilia Benbelaïd, Valeria Brancaforte, Marco Brancato, Cammamoro, Raed Charaf, Gloria Di Bella, Clara Fois, Kalina Muhova, Seif Eddine Nechi, Giulia Orecchia, Marco Quadri, Alex Raso, Guido Scarabottolo, Laura Scarpa, Jana Traboulsi, Inda Ahmad Zahri, Salim Zerrouki.

Ogni illustrazione fa riferimento ad un simbolo, ad un brano della storia della condizione palestinese, ai diritti negati e violati dall’occupazione israeliana.

La mostra è così un dispositivo di narrazione di un paesaggio traumatico, segnato dalle occupazioni, da un muro di separazione, sorvegliato e devastato in maniera brutale ed assassina.

Attraverso il ricamo popolare, la calligrafia e attraverso i diversi linguaggi espressivi il popolo palestinese ha raccontato la propria condizione storica, le proprie tradizioni e in questo anche le piante e i frutti (come ad esempio le arance di Jaffa, il cactus), i vari elementi del paesaggio sono diventati simboli della lotta contro l’occupazione ed emblemi della speranza. In questo paesaggio, la resistenza dei simboli e dei segni (che si manifesta anche attraverso pratiche creative di arte e artigianato) è un apporto vitale alla ricostruzione di una speranza e di un varco per l’umanità e la convivenza.

La scelta di accompagnare le illustrazioni di questa mostra con alcuni versi di poeti palestinesi, una selezione di poesie a cura di Carla Cocilova, Arci Toscana, si basa sulla volontà di affiancare ad immagini visive alcune immagini emotive, che attraverso le figure e le costruzioni poetiche possano offrire ulteriori elementi di conoscenza e creare assonanze tra parole e segni grafici.

La scelta dei versi inseriti nella mostra è infatti stata fatta a partire dalle illustrazioni stesse, al solo fine di suscitare ulteriori opportunità di riflessione e di rendere omaggio al popolo palestinese e alla sua produzione letteraria.

Questa piccola selezione di testi, alcuni di grandi nomi riconosciuti a livello mondiale – Fadwā Ṭūqān, Samīḥ al-Qāsim, Ğabra Ibrahim Ğabra e chiaramente Maḫmoud Darwish – altri di due autori contemporanei: il celebre scrittore Ibrahim Nasrallah e il giovane poeta e attivista Moḫammad el-Kurd, contiene al proprio interno alcune tematiche chiave della cultura palestinese.

Visitando la mostra si può anche ascoltare il podcast Until liberation II a cura di Learning Palestine & Radio Alhara. Il podcast è un palinsesto di lezioni, conferenze, poesie, musiche e canti per immaginare modi di agire insieme, per abbattere i muri e i confini che ci separano, per una pace giusta in Palestina.

La mostra è stata presentata in anteprima all’incontro nazionale eQua, presso Base Milano a marzo, e sarà esposta a Terni, grazie alla collaborazione tra ARCI e la BCT dal 7 al 15 maggio presso la Chiostrina della Biblioteca.