DOMENICA 12 NOVEMBRE si è tenuta l’assemblea provinciale dei COBAS della scuola di Terni, che è l’organo centrale del sindacato di base che prevede il rinnovo annuale di tutte le cariche e in cui sono state elette le/i rappresentanti alle cariche statutarie a partire dall’esecutivo provinciale.

SONO STATE/I ELETTE/I:

- Elisabetta Grimani RESPONSABILE PROVINCIALE;

- Catia Coppo RESPONSABILE CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica);

- Franco Coppoli RESPONSABILE VERTENZE, EN;

- Luca Straccini, RESPONSABILE ATA;

- Martina Canali, RESPONSABILE PRECARI;

- Roberto Visconti RESPONSABILE PENSIONATI;

- Lorenzo Marcellini REFERENTE PRECARI ATA E ITP;

- Emilio Ugo Giuffrida REFERENTE ORVIETO;

- Paolo Mattei RESPONSABILE OPENSOURCE;

- Silvano Moschet

che compongono anche l’ESECUTIVO PROVINCIALE.

Nell’assemblea si è ribadita la centralità del conflitto per ottenere diritti e quello delle vertenze per garantire, anche a livello economico, il rispetto della retribuzione e della normativa. È stato criticato l’attacco al diritto di sciopero da parte dell’attuale governo, diritto però minato dagli accordi concertativi siglati nel 1990 e nel 2000 dai sindacati di Stato per limitare il diritto di sciopero.

A livello salariale è stato considerato un “contratto miseria” quello siglato dai sindacati di Stato con il MIM, che inoltre inserisce una pericolosa e nefasta verticalizzazione tra i lavoratori della scuola con docenti “tutor” e “orientatori” e la “mobilità verticale” per gli ATA .

Si è ribadita la centralità della scuola della Costituzione per lo sviluppo della soggettività critica, sotto attacco da parte delle logiche padronali e aziendaliste che sottraggono tempi alla didattica per addestrare al lavoro e all’obbedienze gli studenti, ovvero quella che viene vista da alcuni come manodopera flessibile.

Si è criticato l’accorpamento delle scuole (a Terni De Filis e Don Milani) che applica meccanicamente i tagli decisi dal governo, senza alcuna tutela della specificità dei territori e alle scuole di prossimità, attaccando ulteriormente il diritto allo studio con la formazione di megastrutture sempre più difficili da gestire e lontane dai territori stessi.

Infine è stata espressa l’adesione all’”osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’università” esprimendo al contempo grave preoccupazione e critica alla sempre maggiore presenza dell’esercito nelle scuole pubbliche, che non favorisce lo sviluppo di una cultura di pace, ma promuove retoriche belliche in un quadro internazionale gravido di conflitti.

Si è ribadita la necessità, ai sensi dell’art 11 della Costituzione, di un taglio netto alle spese militari e all’invio di armi negli scenari bellici e espressa la solidarietà con il popolo palestinese sotto massacro nella striscia di Gaza.