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Domani sera per il Calvi Festival alle 18,30 Gaia Riposati e Massimo Di Leo, al Teatro dei Giardini del Monastero, in “Una notte d’estate un’AI mi ha detto”, un intrigante viaggio nel mondo delle intelligenze artificiali. Ne parleranno da un punto di vista insolito, quello del rapporto con la creatività, ripercorrendone le origini, la sua evoluzione e le sfide che ha incontrato, oltre alle potenzialità che essa offre alla nostra società.

Giovedì invece, sempre al Teatro dei Giardini del Monastero, un grande classico della drammaturgia latina: L’Avaro di Plauto, versione di Roberto Lerici, regia di Carlo Emilio Lerici, con Gigi Savoia, Francesca Bianco. Una briosa commedia liberamente tratta dalla plautina Aulularia lo stesso testo su cui Molière forgiò L’Avaro. La pièce, pur cavalcando nuove ricostruzioni, rispetta lo spirito plautino. Un fantastico lavoro di tessitura: arguzie, doppi sensi e tante risate in virtù dell’attenta e perfetta interpretazione degli attori. Una delle grandi commedie del commediografo latino, dove l’equivoco è il detonatore principale della comicità. I protagonisti sono interpretati da Gigi Savoia e Francesca Bianco.

La trama – Il vecchio Catenaccio ha scoperto sotto terra nella sua abitazione una pentola piena d’oro e vive nel costante terrore che gli venga sottratta. Paure alimentate maggiormente quando il suo ricco vicino Cicorione viene a chiedergli in sposa la figlia Lucia. Catenaccio sospetta che si tratti di una manovra per impossessarsi del suo oro; alla fine però accetta, precisando che Cicorione prenderà Lucia senza dote e pagherà tutte le spese del matrimonio, previsto per il giorno stesso. Catenaccio non sa che sua figlia è rimasta incinta di Lupetto, nipote di Cicorione, e che lui vorrebbe sposarla. Intanto è arrivato il cuoco chiamato per cucinare il banchetto nuziale, e Catenaccio sentendolo più volte pronunciare la parola “pentola”, pensa che sia un ladro e lo malmena. Per sicurezza, però, Catenaccio sposta la pentola nel tempio della dea Fede.

Saetta, servo di Cicorione, vede Catenaccio nascondere la pentola e fa per prenderla, ma prima che possa farlo Catenaccio la sposta nel bosco sacro al dio Silvano; questa volta il servo gliela ruba e la nasconde in casa di Cicorione. Lupetto intanto, ha spiegato a suo zio la situazione ed ha ottenuto il consenso a chiedere in sposa Lucia. Quando va a parlare con Catenaccio, tuttavia, il vecchio è disperato perché si è accorto della sparizione della pentola, e tempesta di domande Lupetto, il quale pensa che il vecchio stia parlando di sua figlia e della sua gravidanza. Saetta, poi, offre la pentola a Lupetto, cercando di comprarsi la libertà; qui il testo plautino si interrompe bruscamente.