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Dal primo gennaio chiuso il progetto monodose all’ospedale di Terni, Uilfpl: “un passo indietro?”

Posted By Redazione Galileo On 3 gennaio 2023 @ 19:42 In Attualità

Uno dei momenti più delicati nell’espletamento delle attività di assistenza infermieristica è costituito dalla somministrazione dei farmaci ai pazienti ricoverati. La somministrazione del farmaco è infatti un processo che presenta numerosi rischi, per varie motivazioni.
Durante tale attività il personale infermieristico dovrebbe poter essere concentrato e non sottoposto a continue interruzioni, ma in realtà non è questo che si verifica. Il personale sanitario negli ospedali è infatti sottoposto a forte stress per i carichi di lavoro enormi e non esiste la possibilità che una unità infermieristica possa dedicarsi unicamente alla somministrazione delle terapie, senza subire distrazioni o interruzioni.

Il servizio monodose, invece, garantisce che il farmaco giusto raggiunga il paziente giusto al momento giusto, riducendo in maniera drastica la possibilità di errore. Pertanto, l’implementazione del concetto di dose unitaria o monodose aiuta gli ospedali a ridurre gli errori legati alla somministrazione di terapia e a risparmiare tempo da dedicare alla cura del paziente.

SISTEMA  MONODOSE:  che cosa è?
E’ un sistema avanzato, collaudato, efficiente e moderno di preparazione, di confezionamento, stoccaggio e dispensazione della terapia farmacologica, sia essa in fiala, compressa, siringa o piccole flebo.
Questo sistema “moderno” garantisce:

  • economicità (evita gli sprechi e controllo scadenze),
  • maggior attenzione alla cura del paziente (perché l’esiguo personale sanitario non perde ore a preparare la terapia),
  • evita errori (somministrazione di farmaci sbagliati o somministrazione al paziente sbagliato),
  • il percorso del farmaco è completamente tracciabile (dalla prescrizione del medico alla somministrazione al paziente),
  • la modalità di somministrazione è “igienica” (evita la preparazione di sacchetti di garza in cui viene scritto col pennarello il N. di letto del paziente),
  •  il tipo di confezionamento permette di preservare le caratteristiche dell’imballaggio originario del farmaco, garantendo l’integrità del medicinale e il rispetto della relativa data di scadenza: questo agevola considerevolmente la procedura di somministrazione da parte del personale infermieristico e incrementa il livello di sicurezza per il paziente,
  • Il farmaco è facilmente identificabile sia dal paziente/familiare che dal medico/infermiere  (si possono anche descrivere al paziente sia il farmaco che le indicazioni terapeutiche),
  • ottimizza gli esigui spazi presenti nei reparti (non si devono cumulare scatole di farmaci in reparto).

L’apparecchiatura, costituita anche di un impianto di posta pneumatica che serve per la spedizione della monodose, è denominata SWISSLOG (dal nome della ditta) ed è di proprietà dell’ospedale, perché acquistata nel 2015.
Il personale in servizio presso l’Unità Monodose consta di:

  • 2 Infermiere in servizio dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 15,
  • 1 farmacista dipendente di un’agenzia interinale,
  • 1 Tecnico dipendente della ditta fornitrice dell’apparecchiatura. Il tecnico della Swisslog provvede anche alla manutenzione della posta pneumatica. L’impianto infatti, oltre alla spedizione della terapia monodose dalla Farmacia ai vari reparti, permette anche la spedizione delle provette di esami ematici, richieste, documenti ecc. di tutti i reparti verso i laboratori di analisi.

Quanto costa?
Tutto il sistema sembra che comporti per l’Azienda un costo di 240.000 euro.
I reparti che utilizzano la monodose sono:
Malattie Infettive, Nefrologia, Chirurgia Digestiva, Geriatria, Pneumologia,
Neurochirurgia, Chirurgia Cardio Toraco Vascolare, Degenza Oncologica.

Considerazioni
Se il sistema monodose è economico perché evita gli sprechi, se fa risparmiare tempo al personale infermieristico e questo può dedicare più tempo alla cura del paziente, se evita possibili errori nella preparazione della terapia, se è più igienico, se permette la completa tracciabilità del farmaco, se i farmaci rimangono più integri, perché interrompere il progetto monodose invece di implementarlo in tutti i reparti per le molteplici motivazioni di cui sopra?
Possibile che si interrompa un progetto di questo tipo solo per il costo, seppur notevole, a fronte di benefici organizzativi e di efficienza così evidenti e magari non si attenzionano procedure di dubbia indicazione in altro ambito?

L’interruzione, inoltre, viene posta in essere senza avere una soluzione alternativa e non per attuare, magari già dal giorno successivo, un miglioramento che garantisca una modernizzazione tale da introdurre benefici organizzativi evidenti per il personale infermieristico, economici per l’azienda e di sicurezza per i pazienti.
Quanto tempo perderanno in più, ora, i sempre pochi infermieri nei reparti per la preparazione delle terapie per ogni singolo paziente? Quanti errori in più potranno verificarsi per la diminuzione della sicurezza? Quanto potranno costare all’Azienda tali errori?

Siamo sicuri di voler gravare ancora di più sul personale degli otto reparti interessati, invece di estendere a tutte le Unità Operative il progetto MONODOSE, come suggerirebbero il buon senso e la razionalità?

E ’un passo indietro? Secondo la UILFPL  si.

Segreteria Provinciale UIL FPL
Mauro Candelori


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