Venerdì 14 ottobre presso il parco del Centro Palmetta è stato ultimata e inaugurata una opera collettiva realizzata nell’ambito del progetto “I luoghi della Giustizia”.
Il progetto, implementato dalle associazioni Demetra e Arciragazzi gli Anni in Tasca, con il contributo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità – Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Terni, prevede l’inserimento di persone in misura di messa alla prova e lavori di pubblica utilità per supportare la riqualificazione di alcuni luoghi destinati alla fruizione da parte della cittadinanza.
Nello specifico i beneficiari del progetto sono coinvolti nell’attività di cura del verde e animazione del parco del Centro di Palmetta, nella risistemazione di alcuni spazi collettivi a Quartiere Italia e nella manutenzione di parchi e giardini pubblici ad Orvieto.
L’opera installata oggi è un tavolo con mattonelle in ceramica frutto di un percorso di partecipazione che ha coinvolto i beneficiari del progetto "I luoghi della Giustizia", i beneficiari del progetto Orto21, gli utenti del CD Marco Polo e l’associazione di promozione sociale La Girandola, con il contributo di Liurni Vladimiro nella realizzazione delle parti in carpenteria metallica.
Nagi Passeri, co-fondatrice dell’associazione La Girandola, che ha seguito l’intero percorso di realizzazione dell’opera, racconta: “Con i partecipanti abbiamo progettato i disegni e le scritte a partire da una riflessione
collettiva. Abbiamo individuato due parole chiave condivise relative al percorso di reinserimento che stanno seguendo: “speranza e pazienza”. Da queste parole è cominciata la ricerca di immagini da utilizzare come stencil per le mattonelle in ceramica.
Il confronto con la materia e con la tecnica espressiva ha rivelato diverse attitudini e personalità e nella concentrazione del lavoro manuale anche la normale conversazione diveniva un reale e profondo scambio.”
Per i coordinatori delle associazioni promotrici del progetto Caterina Moroni e Marco Coppoli: “con questo progetto intendiamo ancora una volta intrecciare i percorsi di rigenerazione urbana e i percorsi di inclusione sociale che hanno caratterizzato le attività delle nostre associazioni negli ultimi anni. Gli ingredienti che ci ostiniamo ad utilizzare sono la creatività e l’incontro culturale, senza i quali non si può parlare di riqualificazione ma solo di decoro, non possono esistere comprensione e inclusione ma solo forzata coabitazione.”