Tutto pronto per la nuova condotta Slow Food della Valnerina, l’associazione internazionale di ecogastronomi che da oltre 30 anni si occupa di cibo, ambiente e produzioni agro-alimentari. La nuova nata ha come mission di apportare valore aggiunto alle imprese e al territorio della Valnerina dove il legame con la terra e le produzioni di eccellenza è ancora molto vivo.
Le attività si svolgeranno lungo l’asse virtuale che parte dalla Cascata delle Marmore fino ad arrivare ai Monti Sibillini, un’unica condotta per un’unica visione progettuale.
“Il concetto di rete è quello che ci guida – dichiara la Presidente Gina Vannucci – dobbiamo impegnarci a collaborare tra Comuni e tra aziende e anche tra cittadini, superando ogni campanilismo. La Valnerina unita sotto un unico tema che è l’enogastronomia di qualità”.
La presenza di una Condotta Slow Food consentirà a tutto il territorio di sviluppare azioni di valorizzazione di prodotti, luoghi, aziende ed eccellenze.
“Quello che ci interessa di più – afferma Monica Petronio, presidente regionale Slow Food Umbria – è un approccio antropologico, prima che turistico: il territorio in primo luogo va conosciuto e interpretato dalle comunità che ci vivono. Insieme si analizza la situazione produttiva, le tradizioni a tavola e sui campi, si decide cosa valorizzare e come farlo. L’economia, anche quella turistica, si riattiva quando il legame con il territorio è forte e quando le scelte sono condivise”.
E davvero alla Valnerina non manca nulla: eccellenze produttive, aziende innovative, prodotti salvati dall’estinzione, i famosi Presìdi Slow Food: già sono registrati la Ricotta Salata, la Roveja di Cascia e il Grano Saraceno della Valnerina, per proseguire poi con le numerose specie animali e vegetali iscritte al registro regionale della Biodiversità.
Partendo dal Melangolo di Ferentillo, arancio amaro, prodotto di riferimento in tema di Biodiversità, che grazie agli studi del Cnr di Perugia e del PT3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria ha ripreso luce, fino a proseguire alla più recente iscrizione del Fagiolo di Rosciano (Arrone) si traccia una strada non solo di salvaguardia e tutela di un prodotto ma anche del suo territorio, la Valnerina, a cui il nuovo progetto Slow Food si ispira.
Grande è l’attenzione anche per quanto riguarda la produzione olivicola e il turismo dell’Olio, a partire da un olio EVO di eccellenza, espressione di un territorio con un’antica storia da raccontare, sulla quale si inseriscono tanti progetti innovativi, come quello dell’Istituto Nazionale delle ricerche turistiche (ISNART) con Unioncamere nazionale, promosso dalla Camera di Commercio regionale.
Un grande spazio verrà dato anche alla produzione di birre artigianali come la Birra alla Melangola, inserita nella guida delle birre d’Italia di Slow Food anche nel 2022, e tante altre prodotte dai grani antichi locali.
Segnali interessanti inoltre giungono dal ricambio generazionale nelle aziende storiche e dalla nascita di nuove aziende attive nel settore agricolo e in quello della ricettività, nuove realtà economiche che conciliano innovazione e tradizione.
Molte le iniziative in cantiere e presto uscirà il calendario fitto di eventi che partono con la presentazione della Guida delle Birre d’Italia Slow, la cena ufficiale di tesseramento, eventi dedicati all’olio EVO della Valnerina passando poi per il Pampepato Ternano che trova anche in Valnerina  una sua storia da raccontare.