Sono una novantina, 80 in provincia di Terni e il resto in quella di Perugia, i profughi ucraini accolti finora in Umbria e gestiti dalla Prefetture alle quali sta fornendo supporto la Protezione civile regionale. Un flusso che però è difficile quantificare in quanto molti arrivano con mezzi propri alloggiando presso loro parenti o famiglie umbre.

“Le Prefetture hanno attualmente una disponibilità complessiva di 300 posti, 120 su Terni e 180 su Perugia, nei centri di accoglienza, gli stessi già utilizzati per i migranti nordafricani” ha spiegato all’ANSA il direttore della Protezione civile umbra Stefano Nodessi Proietti.

“Come Regione – ha aggiunto – ci stiamo preparando a utilizzare eventualmente i due Covid hotel aperti fino al 31 marzo (quando dovrebbe terminare lo stato d’emergenza – ndr) ma abbiamo già individuato 700 posti di accoglienza che potrebbero essere attivati in caso di necessità”.

Il direttore ha quindi ricordato che le ordinanza di protezione civile numero 872 e 873 danno le necessarie disposizioni e individuano nel presidente della Regione il commissario straordinario per l’emergenza. Altro aspetto legato ai profughi, oltre all’accoglienza, è quello sanitario.

“Appena arrivati – ha detto ancora Nodessi – vengono sottoposti a tampone per il Covid poi devono fare un periodo di autocontrollo, per cinque giorni. I profughi vengono quindi presi in carico dalle Usl che provvedono alle vaccinazioni. Per il Covid ma anche per le altre malattie. Per questo è importante che il loro arrivo venga subito segnalato alle Autorità”.

“Anche la Sanità regionale – ha concluso il direttore della Protezione civile – sta monitorando la situazione. Al momento è comunque tutto sotto controllo”.