Il Natale a Calvi dell’Umbria ha da moltissimi anni un sapore particolare. Calvi viene infatti conosciuto da molti come il “Paese dei Presepi”. Questo per la presenza di tanti “Murales”, realizzati a partire dalla fine degli anni ’60 nei vicoli e nelle piazzette del borgo e tutti aventi come tema quello della Natività. Accanto a questa originale realtà c’è quella riguardante la presenza permanente dell’antico presepe monumentale in terracotta policroma dei fratelli Giacomo e Raffaele da Montereale. Esso è formato da circa trenta statute a grandezza naturale ed è installato da alcuni secoli all’interno della ex chiesa di Sant’Antonio. Il presepe è visitabile tutto l’anno ma in questo periodo rappresenta il fiore all’occhiello per la cittadina calvese. Il tema dei presepi da diversi anni si è arricchito di un ulteriore elemento. Ci riferiamo alla mostra di presepi artistici, che è stata aperta l’8 dicembre e che sarà visitabile fino al 6 gennaio, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 nei giorni festivi e prefestivi, seguendo gli stessi giorni di apertura del Museo delle Orsoline. La mostra è stata allestita sin dalla sua prima edizione sulla torre di Palazzo Ferrini, in quella sala che viene chiamata l’Altana. Siamo all’interno del palazzo che ospita il Municipio di Calvi, in via Daniele Radici. La sala si sviluppa su una superficie di circa 200 metri quadrati ed ospita tutti i presepi realizzati, a partire dal 1992 da Mario Racanicchi, uno dei tanti calvesi trasferitisi a Roma, ma rimasti molto attaccati al proprio paese di origine. L’attività di Mario, venuto a mancare nel 2010, viene oggi portata avanti dal figlio Antonio e dal cognato. Le opere esposte, in tutto 20 presepi, hanno in larga parte come tema Calvi, con i suoi scorci ed i suoi angoli caratteristici. Si tratta di presepi realizzati in modo pregevole che vengono apprezzati dai tantissimi visitatori che ogni anno, in questo periodo, salgono al terzo piano di Palazzo Ferrini per ammirarli. La mostra è curata da Sante D’Andrea.

 

SABATO 18 DICEMBRE TORNA L’EVENTO “BUON NATALE IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO”

L’appuntamento si rinnova anche quest’anno. “Buon Natale in tutte le lingue del mondo” è un evento dedicato ai bambini ed alle famiglie dei numerosi immigrati che vivono a Calvi dell’Umbria. Si tratta di una iniziativa voluta già da qualche anno dalla Pro Loco per agevolare, in questo particolare periodo dell’anno, l’inclusione e la concordia fra persone di diverse etnie. L’incontro fra bambini e ragazzi avrà luogo sabato 18 dicembre, a partire dalle 16, presso la Taverna del Monastero. Qui le famiglie dei partecipanti potranno portare un piatto tipico natalizio della loro terra e condividerlo con gli altri. Questo permetterà a tutti di scoprire le tradizioni gastronomiche di tanti Paesi europei e non solo. Alle 17 è in programma il “Laboratorio di cucina per bambini”, con protagonisti, ovviamente, i partecipanti allo speciale pomeriggio pre-natalizio. La festa “multietnica” andrà avanti fino a prima di cena con musica e giochi.

 

LA STORIA DEL PRESEPE MONUMENTALE

All’interno di questa chiesa, antica sede della Confraternita di S. Antonio, nel catino absidale è collocato il presepe monumentale in terracotta policroma composto da più di trenta statue e realizzato tra il 1541 ed il 1546 dai fratelli abruzzesi Giacomo e Raffaele da Montereale. Ai lati del catino in due nicchie sono collocate le statue di S. Antonio Abate e di S. Rocco, patroni della confraternita stessa ed invocati contro la peste. L’attuale collocazione del presepe non è quella originale: infatti per consentire la realizzazione del retrostante coro del monastero, negli anni quaranta del Settecento fu necessario accorciare questa chiesa ed il presepe venne smontato e poi ricollocato nella nuova abside su due livelli, in maniera analoga a come si trovava originariamente. Nel registro inferiore è rappresentata la Natività: al centro della scena sono collocati S. Giuseppe e la Madonna inginocchiati e adoranti il Bambino Gesù. Sulla sinistra è presente un suonatore di cornamusa mentre sulla destra due contadine. Alle spalle del gruppo centrale sono collocati quattro angeli. E’ evidente la disparità qualitativa tra le figure della Madonna, di S. Giuseppe e della giovane contadina, riferibili ai maestri, rispetto alle altre, opera invece degli allievi. Il secondo registro contiene il Corteo dei Magi in viaggio verso Betlemme ed è diviso in due gradoni: su quello inferiore ci sono i tre Re Magi a cavallo recanti i doni, su quello superiore è invece collocato un corteo di sei figure, in parte a piedi e in parte a cavallo, una delle quali addirittura rivolta verso l’interno della rappresentazione. Quattro angeli musicanti sono sospesi dalla volta sulla scena. Particolare è la presenza di una figura maschile seduta sul bordo del catino absidale superiore, con le gambe penzolanti nel vuoto: questa è stata interpretata sia come un giovane intento a togliersi una spina dal piede, tema ellenistico e classico, sia come il diavolo nell’atto rabbioso di strapparsi un piede per la nascita del Salvatore. Dopo i recenti lavori di restauro sono stati riportati alla luce anche due affreschi del XVI secolo raffiguranti uno S. Agata e S. Biagio e l’altro S. Antonio Abate e S. Lucia, appartenenti all’originale decorazione pittorica della Chiesa.