Umbria protagonista il 13 e il 14 dicembre al convegno annuale N.I.San. – Network Italiano Sanitario, svoltosi a Milano, dal titolo “Costi standard Covid-19, analisi gestionale delle terapie innovative, nuovi sistemi per l’allocazione delle risorse regionali: realizzazioni e metodologie a confronto”.

All’evento hanno preso parte Massimo Braganti, direttore generale Salute e Welfare della Regione Umbria, e l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, che coordina l’adesione regionale al Network, con il direttore generale Pasquale Chiarelli e Fabio Pierotti, responsabile dell’Ufficio Controllo di gestione e Sistemi informatici e Coordinatore del Progetto Bussola.

“L’adesione al N.I.San. – spiega il direttore Braganti – va nella direzione di un confronto non autoreferenziale volto alla ricerca dell’uso appropriato delle risorse. Per stabilire la migliore allocazione delle scarse risorse disponibili occorre avere informazioni, occorre confrontare le diverse realtà per cogliere gli aspetti virtuosi e riapplicarli, adattandoli alle nostre organizzazioni, nella continua ricerca della crescita e del miglioramento del nostro sistema sanitario”.

 

Chiarelli, nel suo intervento, ha affrontato il tema dei sistemi di valutazione e allocazione delle risorse regionali tra le aziende sanitarie. Al Progetto Bussola, che vede l’ospedale di Terni capofila, al quale ha aderito la Regione Umbria, ha visto la partecipazione delle quattro aziende sanitarie. Gli obiettivi sono stati di fornire gli strumenti metodologico-operativi del Clinical Costing che consento di rilevare i dati economici e di attività ed elaborare i costi sostenuti per gli output sanitari, mediante l’analisi organizzativo-gestionale di ogni unità di diagnosi e cura.

Nell’ambito del convegno si è svolto anche il direttivo del N.I.San., che ha visto la nomina del direttore generale Pasquale Chiarelli nel direttivo. “Un incarico – spiega Chiarelli – che assumo con grande orgoglio e soprattutto con grande emozione, visto che arriva all’interno di un mio percorso di crescita professionale che, da quasi vent’anni, mi vede impegnato nell’affrontare questo tipo di approccio al mondo sanitario. In questo ambito, punto fondamentale per riuscire a realizzare una effettiva sostenibilità economico-sanitaria, è dato dal fatto di porre al centro dell’attenzione non solo e non tanto le strutture sanitarie in quanto tali, ma innanzitutto le persone malate”.